Prodotta dalla S.A.D. danese prende il nome dal suo inventore Aasen.
L' Italia le adottò nel 1912 per le esigenze della guerra in Libia, nel 1915 quelle ancora presenti nei magazzini furono distribuite alle armate.
Nel 1911 in Libia le Aasen furono usate anche nei primi bombardamenti aerei della storia.
La bomba era identica al modello usato dalle truppe di terra.
Cambiava solo la modalità di utilizzo, veniva introdotte in un tubo contenitore e i fili di sicura vincolati al velivolo, aprendo il fondo del contenitore le bombe cadevano ed il filo estreva la sicura.
Nella foto si vede il sistema di tubi nei quali si inserivano le bombe per il trasporto ed il lancio.
Costituita da una parte centrale cilindrica in lamiera, contenete l' esplosivo ed il detonatore e da una parte esterna contenete 240 scegge metalliche da 3 gr incollate con colofonia.
Il detonatore era inserito all' interno da un tappo a vite posto sulla testa, mentre il percussore scorreva posteriormente nel manico ed era di tipo inerziale.
Per l' utilizzo si legava il cordino al polso poi si svolgeva la fettuccia che teneva chiuso il paracadute in tela.
Si procedeva al lancio durante il quale prima si apriva il paracadute governale e dopo una decina di metri il cordino sfilava la spina della sicura posta nel manico e che liberava il percussore che per inerzia al momento dell' impatto colpiva il detonatore.
Le bombe potevano essere usate come torpedini o come mine con la sostitutzione del detonatore a percussione con uno di tipo ad accensione elettrica, ed utilizzando il manico per fissarle nel terreno.